venerdì 10 agosto 2012

Il governo alla fiera dei beni culturali

Il governo alla fiera
dei beni culturali
GIORGIO SALVETTI
10.08.2012
Ex caserme, palazzi di pregio e castelli, ma anche uffici pubblici, ospedali chiusi dai tagli e beni di proprietà delle aziende municipalizzate. Il governo Monti avvia la dismissione del patrimonio immobiliare statale per fare cassa. Ma le aste rischiano di andare deserte e gli immobili ceduti a prezzi di saldo. Sul giornale di oggi (QUI IL PDF) ilteriori approfondimenti

Piccolo spazio pubblicità. Cari ricconi del mondo volete comprarvi un bel palazzo sul Canal grande di Venezia? State pronti a sfoderare il portafoglio. L'Italia svende tutto. L'annuncio urbi et orbi è stato dato niente meno che dal Wall Street Journal che riprende così le notizie dei piani di emergenza allo studio del governo per ridurre il debito. La notizia fa venire l'acquolina in bocca a chi ha tanti soldi da spendere e apprezza ancora lo stile italiano. Monti invece punta solo a fare cassa. Attenzione però, ammonisce la bibbia della finanzia internazionale, l'Italia è un paese in bilico e quindi investire da queste parti è sempre un rischio. E poi c'è la burocrazia, perché comprare un ex caserma nel centro di Bologna, ad esempio, non è detto che significhi poterne disporre come pare e piace, esistono ancora i piani regolatori e le destinazioni d'uso. Senza tenere conto del mercato immobiliare che in Italia è stagnante, anche se questa per chi compra potrebbe essere anche un opportunità. Sì, perché i piani del governo Monti rischiano di scontrarsi proprio con il mercato. Non basta mettere in vendita un palazzo per risanare il bilancio. Di questi tempi, dopo decenni di speculazioni edilizie e tonnellate di cemento, le case abbondano mentre mancano i soldi e i prezzi crollano. Anche le aste di immobili pubblici finiscono inevitabilmente per dover abbassare il prezzo o per finire deserte.
Eppure in Italia non si parla d'altro. Visti i draconiani patti europei bisogna ridurre il debito, per farlo Monti, come prima Berlusconi, pensa a liquidare il patrimonio pubblico. Il ministro dell'economia Vittorio Grilli ci lavora da tempo e ha programmato alienazioni per 15 miliardi di euro all'anno, ovvero un punto di Pil. Il valore del patrimonio immobiliare pubblico è di 600 miliardi, oltre la metà utilizzato, il 30% è dato in uso ad enti no profit, il restante 10% verrebbe affidato a un fondo che ha il compito di vendere. Per quanto riguarda gli enti locali si parla di un patrimonio di 100 miliardi di cui almeno un decimo vendibili. Analoga la proposta presentata al governo da Giuliano Amato e Franco Bassanini che oltre alle vendite degli immobili prevede privatizzazioni, tasse sui capitali all'estero e una ristrutturazione di concessioni e titoli di Stato.
Ma che cosa l'Italia sta per vendere? Almeno 350 immobili pregiati messi sul mercato dal Demanio. Ma siccome non bastano presto la lista sarà molto più corposa. Per ora si parla ad esempio di Castello Orsini di Soriano a Cimiano, Palazzo Bolis Gualdo a Milano e 18 stabili a Venezia tra cui palazzo Diedo.
Anche il Pd ha lanciato una sua proposta di legge. Per Gianluca Benamati e Giuseppe Fioroni bisogna istituire un fondo per valorizzare il patrimonio pubblico limitando le vendite. Per Paolo Ferrero (Prc) invece: «Il piano di dismissioni è una svendita a beneficio di chi ha liquidità : le banche riempite di soldi dalla Bce e gli investitori esteri. Monti fa i saldi estivi a beneficio dei poteri forti, svende patrimoni frutto del lavoro degli italiani, l'argenteria di famiglia, e esclude l'unica misura che sarebbe davvero utile: la tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze». 12 MILA pezzi del valore stimato di circa 42 miliardi sono i beni immobili a disposizione dell'agenzia del demanio da mettere sul mercato. Il «piano Grilli» per la riduzione del debito pubblico italiano prevede, tra le altre cose, la cessione di 350 immobili di pregio già valorizzati che porterebbero nelle case circa 4-5 miliardi nel 2013




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