sabato 15 dicembre 2012

Sfila il fronte dei No-Triv: "Il Mar Jonio non si tocca"


Nel mirino Shell e Appennine Energy, le due compagnie che vanno a caccia di gas e petrolio

Il fronte anti-petrolifero si sposta dall’Adriatico allo Jonio. Tre regioni, Basilicata, Calabria e Puglia, sono mobilitate per evitare la concessione ministeriale per permessi di ricerca di petrolio e gas nello Ionio settentrionale e nel Golfo di Taranto. Due compagnie – Shell e Apennine Energy – hanno presentato in tutto quattro richieste di prospezione sismica sui fondali per verificare la presenza di depositi di idrocarburi con la tecnica “air gun”, il forte getto d’aria a riflessione.
Quella del 17 dicembre è una giornata di mobilitazione, non solo di adesioni istituzionali ma soprattutto di persone che si sono date appuntamento a Policoro (Matera) per una marcia aperta dallo slogan “No alle trivelle” sul Mar Ionio. C’è il timore, infatti, che i depositi di petrolio e gas siano realmente presenti sui fondali ionici e che ciò porterebbe poi a delle vere autorizzazioni con piattaforme marine per l’estrazione. E’ un rischio che l’agricoltura ed il turismo dello Ionio non vogliono correre e quindi il “no” arriva già in questa fase, in cui le compagnie chiedono di “sondare”.

Le aree del Mar Ionio interessate dai sondaggi esplorativi
La Puglia è già stata in prima linea sull’Adriatico sia insieme a Molise ed Abruzzo sia per la difesa delle Isole Tremiti. Stavolta sono interessate anche Basilicata e Calabria e nella regione lucana tale questione getta il sale sulle mai rimarginate ferite che nell’opinione pubblica comporta lo sfruttamento massiccio delle fonti fossili in Val d’Agri. Per la manifestazione di Policoro di stamattina – in programma una marcia, interventi di autorità ed esperti, momenti musicali – le adesioni sono diventate molte. L’Amministrazione comunale di Policoro fa sapere che hanno confermato la propria presenza «tutte le amministrazioni comunali delle tre Regioni che si affacciano sullo Ionio”, proprio tutte “dal tacco alla punta dello Stivale”. «Policoro sarà onorata di difendere quella “ionicità” che esprime il nostro Golfo».
Oltre alle autorità regionali lucane, hanno aderito ufficialmente il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna ed il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano. «Tra le tante amministrazioni che aderiranno – ha aggiunto il sindaco di Policoro Leone – i Comuni pugliesi da Ginosa (Taranto) a Castrignano del Capo (Lecce), comprendenti anche importanti città turistiche salentine, come Gallipoli, Porto Cesareo, Nardò». Molte anche le sigle: No Triv, Fai – Fondo Ambiente Italiano, Greenpeace, wwf, Legambiente, Federparchi. I primi a muoversi sono stati i Comuni della fascia costiera materana. Nella zona si è verificato in pochi anni uno sviluppo notevole del turismo, dalla località magno-greca di Metaponto fino a Nova Siri, passando proprio per Policoro, il centro che registra la maggiore crescita. Sono stati realizzati due porti turistici, a Policoro e Pisticci, ed altri due sono in fase di studio o di progettazione. I posti letto sono aumentati di dieci volte nella zona ionica, che sul versante Tarantino ha in Castellaneta Marina e Ginosa Marina due poli turistici notevoli.
L’altro settore di punta è l’agricoltura che si vuole tutelare. «Questa economia può essere danneggiata nell’immagine e subire gravi ripercussioni», è l’unanime lamento dei Comuni.
Le compagnie energetiche hanno presentato delle istanze per la valutazione ambientale mirate solo a delle ricerche. Se autorizzate – è scritto nei documenti depositati al Ministero dell’Ambiente – dureranno solo sei settimane e saranno a basso impatto ambientale; inoltre, la ricerca non prevede in alcun modo la realizzazione di opere permanenti sia in mare che a terra. Inoltre per le ricerche sarà utilizzata la tecnica consueta dell’air-gun, il forte getto di aria compressa a riflessione (ritorno dell’onda sismica generata verso la sorgente) da cui si ricavano i dati sulla specificità delle rocce e dei sedimenti. Tale metodica, infine, è ritenuta la meno impattante in quanto evita l’uso di esplosivi. Tutte rassicurazioni che non bastano a placare il nuovo coro di “no”.
(da Corriere del giorno di Puglia e Lucania)

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