domenica 11 novembre 2012

Dai Sud per ribaltare la crisi


Pubblichiamo il documento conclusivo di Orizzonti Meridiani atto II

L'assemblea al centro della seconda giornata di Dai Sud contro la crisi, orizzonti meridiani atto I (tenutasi al centro sociale ExKarcere di Palermo lo scorso 4 novembre) è stata partecipata da tante realtà meridionali interessate a praticare nei propri territori lotte e conflitti tesi a ribaltare l'identità subalterna imposta al cosiddetto Meridione d'Italia dalla sua nascita in poi e riproposto in chiave moderna dall'attuale regime di governance capitalista. Ampio è stato lo spettro della partecipazione: ai centri sociali e collettivi che da Napoli, Salerno, Pignataro, Taranto, Cosenza, Catania, Lentini, Avola e Palermo hanno preso parte attivamente al dibattito vanno infatti aggiunti i segnali di interesse provenienti da altre realtà meridionali che non sono però riuscite a raggiungere la sede della due giorni. Un'elevata partecipazione che ha confermato l'interesse già manifestato sul Matese ad inizio Settembre e che è stato da più parti recepito come un segnale importante riguardo la potenza della prospettiva offerta da questi nostri “orizzonti meridiani”.

Orizzonti che si distendono su tanti sud, diversi tra loro ed in grado di arricchirsi vicendevolmente. Territori costituiti da contesti differenti, metropoli, periferie, province, e da composizioni di classe eterogenee inserite però in un unico quadro mediterraneo ed europeo. In più interventi è stata infatti sottolineata la contemporaneità a Madrid del meeting “Agora 99” che nell'occasione ha mosso passi significativi verso la costruzione materiale di quell'Europa delle lotte in cui l'assemblea palermitana ha inteso inserire le prospettive delle pratiche meridiane. Pratiche ritenute necessarie e imminenti per riuscire a dare nuovi significati ai termini e ai discorsi oggetto di quella decostruzione semantica già iniziata sul Matese. Nuove prospettive di sviluppo, slegate dall'eterna rincorsa alla modernità capitalista, capaci di spezzare i dispositivi razzializzanti ed inferiorizzanti del discorso sul Mezzogiorno d'Italia e di portare alla costruzione di una coscienza meridiana in grado di rimandare al mittente la violenza degli insulti di Monti e Fornero circa gli “atteggiamenti” e l'”indolenza” dei meridionali.
Le tante analisi che sono state pronunciate durante la giornata assembleare si sono intrecciate in almeno un paio di cifre comuni:
• l'estrema violenza dello sfruttamento di ambiente e territori dei sud;
• la sperimentazione/affermazione di un regime di governance basato sulla ritirata dalla scena politica degli strumenti di welfare clientelare ed assistenzialistico e su un controllo sempre più militare-poliziesco delle insorgenze sociali. A questa ritirata strategica delle istituzioni in tempo di crisi è stato individuato un corrispondente avanzamento di una sfiducia verso il sistema politico della democrazia rappresentativa. Un avanzamento però che, nonostante la maggiore richiesta sociale di auto-organizzazione di cui i diversi nuovi esempi di riappropriazione in giro per il meridione sono la dimostrazione, è stato ribadito con forza quanto non debba far cadere in facili entusiasmi. Il recupero nei dispositivi della rappresentanza è sempre dietro l'angolo e compito di questo percorso dev'essere la costruzione di contropoteri in grado di offrire un'alternativa ad istituzioni sempre più vuote di senso e di praticare quelle riappropriazioni senza cui qualsiasi lotta sul reddito non potrebbe uscire da una sterile campagna di richiesta.
Oltre ad un'elaborazione collettiva di una settimana ricca di appuntamenti conflittuali nell'insegna degli orizzonti meridiani tra il 12 e il 17 Novembre, a cavallo della chiamata trans-nazionale del 14 e a partire dalla conferenza intergovernativa che vedrà la presenza della Fornero il 12 a Napoli, ci si è lasciati con la volontà di continuare a costruire momenti di dialogo e confronto tra le diverse realtà riunitesi a Palermo. Il tutto nello stesso spirito orientato più alla costruzione di pratiche e momenti comuni che a spinte organizzativiste volte alla costituzione di soggetti-contenitori vuoti. Momenti in cui continuare a riversare la conricerca praticata nei vari territori; a costruire il discorso di un orizzonte meridiano, immerso in una prospettiva immediatamente transnazionale, capace di ribaltare i dispositivi di assoggettamento nel nome di una suddalternità finalmente affermativa di pratiche sociali costituenti; a progettare ulteriori momenti di piazza per la primavera prossima che sappiano parlare il linguaggio di una ricchezza sociale che già esiste e che bisogna organizzare. Questo il programma delle date e delle iniziative individuate all'interno della settimana di lotta:
• 12-13 Novembre: iniziative contro la presenza della ministra Fornero a Napoli;
• 14 Novembre: iniziative territoriali, cortei di studenti e precari, nell'ambito della giornata europea di lotta, inquadrate in un ampio spettro di pratiche con un comune denominatore conflittuale;
• 16 Novembre: cortei studenteschi in diverse città del meridione che puntano ad estendere lo sciopero del 14;
• 17 Novembre: presidio NoGas contro il gassificatore a Capua.

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