venerdì 3 agosto 2012

Vento del meriggio





Negli ultimi anni, dal Sud Italia riaffiora un fenomeno antico: le città rurali diventano soggetti politici capaci di decidere al di fuori e contro l'autorità costituita. Esse attingono la loro potenza da comportamenti di massa pubblicamente illegali, volti a riappropriarsi dei territori sottraendoli al controllo dello Stato. Si tratta di una profonda sovversione delle categorie della politica moderna. La rivalsa dei luoghi, lungi dal proporsi come guerra civile, si svolge piuttosto nella forma dell'insurrezione di massa che paralizza l'apparato del dominio statale, semplicemente ponendolo in contatto con il corpo dei cittadini attivi. Sono le stesse forme della sovversione che abbiamo visto all'opera nei paesi dell'ex blocco dell'Est. Ma ricordano anche le insurrezioni meridionali dell'Ottocento, quelle "insorgenze di massa banditesche" contro i francesi prima e i piemontesi poi. Scanzano, Cosenza, Acerra, Serre: nell'immaginario dei giovani meridionali sono nomi che rievocano esperienze comuni di difesa e risarcimento dei luoghi dalle offese e le ferite che la modernizzazione ha inflitto loro.

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