da Le Monde diplomatique – Il manifesto di luglio
I grandi progetti di sviluppo
del territorio non sempre mirano a soddisfare dei bisogni. Per
vendere la costruzione di una linea ferroviaria che poche persone desiderano
utilizzare o quella di un aeroporto in una regione che non ne necessita,
ingegneri, promotori e beneficiari dei lavori fanno a gara di abilità e
retorica. Giustificare l’inutile è
diventata una vera e propria cultura di cui si possono cogliere le
regole, i riti e i ritmi leggendo la conclusione di un finto seminario
sull’argomento.
Voi, costruttori di cattedrali del nuovo
millennio, inseguite un progetto geniale e nobile. Ma la popolazione non sempre
comprende il senso dei vostri sogni. “La vostra
opera non serve a niente!“, vi si obietta a volte. Come far
fruttare, in queste condizioni, le vostre ambizioni?
Iniziamo dai trasporti. E’
confortante per il costruttore contemporaneo osservare una campagna
attraversata come un lampo da treni appollaiati sulla loro massicciata. La
corsa alla mobilità è sinonimo di successo. Le nostre società vivono alla
velocità di Internet. L’economia è un groviglio produzione just-in-time. L’uomo
vi si deve sottomettere, e questo settore offre un ampio ventaglio di
opportunità.
Per sedurre i vostri
interlocutori, la dismisura sarà la vostra prima risorsa. Incitate
i vostri ingegneri ad abbozzare dei piani faraonici: aprire cinquanta
chilometri di galleria, far fruttare migliaia di metri quadrati di boschi per
costruire un aeroporto… l’exploit tecnologico, nutrendo l’orgoglio nazionale,
nasconderà i disagi per gli abitanti locali.
Sappiate sfruttare la
concorrenza fra metropoli: essa incentiva il gigantismo ed è
utile ai vostri progetti. Preparate il terreno politico sollecitando la
megalomania dei “grandi elettori” che sognano tutti una torre Eiffel nella loro
città. Una volta che avrete guadagnato la loro fiducia, essi sapranno
influenzare il corteo di amministratori minori, le cui finanze saranno
dissanguate, sebbene le ricadute sul loro territorio non sussistano che sulla
carta. Affinchè non si levi alcuna obiezione, la vostra scommessa sul futuro
dovrà essere foriera di occupazione. Terminato il cantiere, se vi facessero
notare che le promesse non sono state mantenute, farete sempre in tempo a
elaborare delle analisi riabilitanti: la crisi, la crisi! Fate valere i vostri
agganci governativi per ottenere un marchio di interesse generale: questo
dispositivo amministrativo vi procurerà un vero e proprio lasciapassare.
Circondatevi di studi
professionali capaci di manipolare i dossier fino a renderli
indecifrabili. Quando il fatto più insignificante
viene presentato astrattamente, i curiosi si scoraggiano. Essendo la scienza
appannaggio degli scienziati, solo un cervellone sarà in grado di interpretare
i dati. Per farsi un’opinione, gli amministratori si atterranno alle
conclusioni dei vostri studi seri, veridici e benintenzionati. Inutile, invece,
andare troppo per il sottile nell’approccio con la stampa locale: è un alleato
sempre affidabile, e la generosità della vostra strategia pubblicitaria sarà
percepita da questo settore disastrato come un gesto in favore della libertà di
stampa.
Quando vi sentirete in grado
di operare in armonia con gli amministratori e i media, presentate il piano
economico. La rete ferroviaria francese accumula
decine di miliardi di euro di debiti l’anno; la Spagna, leader europeo del
settore, persiste nel costruire duemila chilometri di nuove tratte a 20 milioni
di euro per chilometro. Bisogna rallegrarsi che una élite in movimento tragga
beneficio dall’alta velocità.
Per finanziare queste opere,
la cui fattibilità economica è assai dubbiosa, è fondamentale imboccare la via
dei partenariati pubblico-privato. Ottenendo la costruzione, la
manutenzione, la gestione e lo sfruttamento di una infrastruttura, il vostro
controllo sarà totale, e la collettività sarà legata a voi mani e piedi. I
vostri esperti spiegheranno che i benefici che ne trarrete riflettono il vostro
patriottismo, e il peso delle perdite pubbliche sarà presentato come il male
minore rispetto ai posti di lavoro – uhm! – creati.
Considerata l’ampiezza degli
attuali deficit di bilancio, il preventivo presentato (che esploderà in
seguito) potrà sembrare esorbitante ai vostri committenti. Per far
ingoiare ai contribuenti pillole di diversi miliardi di euro, fornitegli delle
cifre capaci di inebriare i più scettici. Certi dati devono essere minimizzati,
altri amplificati. E’ parlando di futuri (ipotetici) bisogni che ipnotizzerete
i vostri concittadini. Moltiplicate per qualche milione le tonnellate di merci
trasportate e i passeggeri, senza esitare a sfiorare l’assurdo. Solo un futuro
in cui avrete già vinto vi potrà dare torto.
Se il settore del trasporto
ferroviario riserva contratti lucrosi, non trascurate il settore aereo, seguendo
l’esempio del progetti di aeroporto del Grande Ovest, a Notre-Dame-Des-Landes.
E’ noto che Nantes è provvista di un aeroporto sottoutilizzato, e che la
regione, ormai allo stallo, ne ospita già dodici. Ma ciò significa dimenticare
che oggi siamo nell’epoca del virtuale. Perchè, insomma, non c’è bisogno di
bisogni per alimentare un’idea!
Stare al passo con i tempi ha
un costo. Sicuramente è riprovevole seppellire ettari di biodiversità sotto gioielli
tecnologici, ma questi sacrifici sono indispensabili. A causa di una
legislazione sempre più costrittiva, le vostre infrastrutture devono offrire
delle garanzie sull’impatto ecologico e paesaggistico. Esistono molti trucchi
per spalmare acciaio e cemento di verde ad alta qualità ambientale: un museo
dell’agricoltura locale, pannelli solari, un tetto vegetale…
Per quest’affare avrete bisogno di un
umore a prova di bomba. Perchè, malgrado tutti i vostri sforzi, gli ecologisti
sbraiteranno. Li seguirà una massa di spiriti influenzabili, il cui approccio
ingenuo può rappresentare un ostacolo imprevisto. Un pensionato nel pieno vigore degli anni si rivela a volte un avversario
ostinato, che smonterà i vostri piani in maniera ossessiva. E’ il deplorevole
ostacolo incontrato nei Paesi Baschi dal progetto dell’alta velocità verso la
Spagna. Puntate sul vostro ufficio stampa per impedir loro l’accesso ai mass
media. Evitate che la contestazione si estenda, divenga emblematica o raggiunga
i tribunali amministrativi, con il rischio che si blocchino i cantieri.
Una battaglia di cifre può opporre solo
avversari della stessa categoria. Di fronte
ad argomenti amatoriali, invocate il rigore tecnocratico dei vostri
specialisti. Con l’ardore dei pionieri, fate valere
l’interesse nazionale, addirittura internazionale, contro la visione passatista
di chi vi contraddice. Rivendicate la vostra partecipazione sincera e
trasparente alle concertazioni pubbliche. Considerando i vostri appoggi
politici e mediatici, il dialogo – condotto secondo metodi adeguati – non
dovrebbe preoccuparvi.
La controffensiva deve essere
graduale. Probabilmente dovrete condurre una campagna di discredito a mezzo stampa.
Se non soffocate la rivolta sul nascere, la vostra azione di lobbying dovrà
lavorare alla criminalizzazione dell’opposizione alla vostra opera. Alla
legittimità rivendicata dai dimostranti, rispondete con la legalità
istituzionale e il ricorso alla forza pubblica. E se vi inducono al braccio di
ferro, mostrate la vostra determinazione: anche voi avete il diritto di
esprimervi! In nome dell’interesse generale, denunciate, coprite le proteste
con i gas lacrimogeni, distribuite multe a migliaia e ordinate eventualmente
interrogatori a tutto spiano, come in Germania per la nuova stazione di
Stoccarda. La battaglia si può anche vincere manu militari, come ci insegna
l’esperienza contro la resistenza radicale dei No Tav della Val di Susa. Se la
piega degli eventi lo impone, non è da escludere la possiblità di dichiarare un
cantiere “zona militare d’interesse strategico”.
Certo,
pianificare una grande gara d’appalto risulta sempre più difficile; ma il gioco
vale la candela. Le concessioni accordate dalle autorità
durano mezzo secolo. Per la vostra impresa e i vostri azionisti, è la garanzia
di decenni di prosperità. Mentre la gamma delle “cattedrali” del futuro
continua a crescere: gruppi ospedalieri, centri commerciali, quartieri
d’affari, infrastrutture sportive, torri… Parafrasando uno dei personaggi di
Goerge Orwell, che dichiarava: “La guerra
è la pace. La libertà è la schiavitù. L’ignoranza è la forza“, non
esiterei ad affermare: “l’inutile è redditizio“!
Nessun commento:
Posta un commento