Acqua,
la Consulta salva il Referendum
I movimenti: "Restituita voce ai cittadini"
I movimenti: "Restituita voce ai cittadini"
La
Corte Costituzionale dichiara inammisibile l'articolo 4 del decreto
legge 138 del 2011 con il quale il governo Berlusconi aveva aggirato
il risultato referendario. Accolto il ricorso della regione Puglia.
Vendola: "Una giornata da ricordare"
ROMA
- Nessuna
privatizzazione di acqua e servizi pubblici locali. La Corte
Costituzionale salva il Referendum dello scorso giugno. Lo fa
accogliendo il ricorso presentato dalla regione Puglia. E dichiarando
inammissibile l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011
con il quale, il governo Berlusconi, aveva aggirato il risultato
referendario. Per il Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua, la
Consulta "restituisce la voce ai cittadini italiani e la
democrazia al nostro Paese". E la sentenza della Corte blocca
anche tutte le modifiche successive, comprese quelle del governo
guidato da Mario Monti.
La sentenza esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi viola l'articolo 75 della Costituzione. Per i rappresentanti del Forum: "Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini". Inoltre, "la sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni". Poi la rivendicazione di una "vittoria politica". Dopo la "straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l'acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici".Vendola:
La sentenza esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi viola l'articolo 75 della Costituzione. Per i rappresentanti del Forum: "Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini". Inoltre, "la sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni". Poi la rivendicazione di una "vittoria politica". Dopo la "straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l'acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici".Vendola:
"Una
giornata da ricordare".
Una vittora. Della democrazia e del popolo del referendum. Nichi
Vendola commentata la sentenza della Corte. "Sono molto
contento. Oggi è una giornata da ricordare - ha aggiunto Vendola -
perchè la nostra perseveranza nella battaglia che abbiamo condotto,
giorno dopo giorno, contro il tentativo di privatizzare i servizi
pubblici fondamentali per i cittadini e le comunità, ci ha dato
ragione". Ma c'è di più ha aggiunto Vendola. "Perchè la
sentenza si configura come un preavviso di incostituzionalità
dell'art 4 del decreto legge sulla spending review" che mira a
fissare gli stessi identici limiti sulle società in house, contenuti
nelle norme oggi abrogate. E per questo chiediamo che
il Parlamento ne prenda atto immediatamente, cancellando questo
obbrobrio dell'art 4 che ha come unico effetto la disoccupazione per
migliaia e migliaia di lavoratori delle società in house".
(Sentenza Corte Costituzionale)
Sentenza 199/2012 | |
Giudizio | |
Presidente QUARANTA - Redattore TESAURO | |
Udienza Pubblica del 19/06/2012 Decisione del 17/07/2012 | |
Deposito del 20/07/2012 Pubblicazione in G. U. | |
Norme impugnate: | Art. 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148. |
Massime: | |
Atti decisi: | ric. 124, 134, 138, 144, 147 e 160/2011 |
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